Halloween? No grazie!
Da qui vogliamo partire per una riflessione che ci consenta di conoscere cosa sia “Halloween”, di focalizzarci sugli aspetti di questa festa che più ci fanno pensare e per promuovere atteggiamenti positivi e propositivi a riguardo. Aiutare a farci delle domande può essere un primo passo per non accettare con rassegnazione, come se nulla fosse, l’imposizione di questo fenomeno di massa, frutto solamente di una operazione di mercato. In tal senso il nostro invito è in particolare al mondo adulto a non abdicare al proprio ruolo educativo, ma anzi a farsi carico di aiutare i più giovani ad andare oltre il messaggio pubblicitario che ha l’unico scopo di vendere un prodotto.
Non ricordiamo qui le origini storiche di questa festa, vorremmo piuttosto soffermarci sulla rapidità con la quale questo fenomeno é entrato nelle nostre case. Fino a sei - sette anni fa probabilmente nessun genitore si sarebbe mai sognato di accompagnare i propri ragazzi mascherati da scheletri, fantasmi, maghi e stregoni per le vie del proprio quartiere, a suonare ai campanelli con l’ormai conosciuto ritornello “dolcetto o scherzetto” per ricevere in cambio qualche caramella. Questo ci dice qualcosa sulla strategia di marketing messa in atto per la promozione di tale evento. Una pubblicità mirata innanzitutto ai piccoli, ma che coinvolge anche i più grandi basti pensare ai party di Halloween in discoteca o ai menù a base di zucca nei ristoranti. Una festa lanciata a tavolino per aumentare vendite e generare profitti.
A pensarci bene tuttavia Halloween si presenta priva di un vero motivo per festeggiare. Colpisce come, in nome del precetto del divertimento, a volte si accetti acriticamente qualsiasi tipo di proposta; e Halloween, come da più parti è stata definita, diventa la festa delle “zucche vuote”, una festa artificiale vissuta tanto per festeggiare senza una precisa idea alla base. Una festa con dei cliché prestabiliti, che non lascia neppure spazio, come qualche rivista per ragazzi prova a far credere e qualche adulto vuole autoconvincersi, alla creatività dei ragazzi e ad un uso libero e spensierato della propria immaginazione.
Pone dei forti interrogativi inoltre il fatto che Halloween sia una proposta di festa rivolta soprattutto ai bambini e come questa vada ad incidere sull’immaginario dei più piccoli con simboli e credenze che poco hanno a che fare con una visione cristiana dell’aldilà.
Preoccupa come dietro alla maschera della stregoneria e del diabolico presentati come qualcosa da non prendere sul serio, si celi un fenomeno in drammatica crescita: anche se Halloween non promuove esplicitamente fenomeni di occultismo, è accertato che nella notte del 31 ottobre il loro numero aumenta in modo consistente.
La liturgia della Chiesa pone invece attenzione alla solennità di Tutti i Santi: celebrando la comunione di tutta la Chiesa, ricordando la comune vocazione alla santità, ogni cristiano è chiamato a contemplare l’orizzonte della propria vita meditando non sulla morte ma sulla vita eterna. Celebrando la comunione con tutti i Santi i cristiani si preparano a vivere la commemorazione dei fedeli defunti. Non una festa dei morti vissuta come esorcismo della paura, ma come un momento per curare il legame con i nostri defunti attraverso la preghiera, la visita al cimitero, raccontando le loro vite ai ragazzi, e soprattutto in un ottica cristiana di speranza della vita.
L’attenzione dei genitori, degli educatori e dei catechisti sia dunque quella di aiutare i nostri ragazzi a maturare una coscienza pacifica della morte e l’impegno che come laici cristiani possiamo assumere sia quello di continuare a porci ed a porre interrogativi rispetto a fenomeni come Halloween, valorizzando al contempo le feste che la liturgia cristiana e la tradizione culturale ci propongono per celebrare la vita e la gioia.
Vicenza, 28 ottobre 2006