14 giugno 2007

Scimmie e patate...

Prendete per esempio un’isola, deserta di esseri umani, immaginatevi delle scimmie, ipotizzate che ci siano delle patate, che le scimmie da sempre ingurgitano sabbiose con soddisfazione animalesca senza raffinazione alcuna (…). Ponete che una patata venga portata per giocare in acqua, che il mare la pulisca e la renda saporita per un’annosa faccenda di sodio che adesso non sto qui a dettagliarvi… La scimmia mette in bocca una patata pulita e salata. Che gusto, questa sì che è una buona notizia. Le altre scimmie iniziano dunque e in fretta a lavare nel mare le patate sabbiose.
Secondo degli studi (…), pare che quando un certo numero di scimmie dell’universo scimmiesco che è presente su quella prima isola si è ormai impossessato di un nuovo codice di comunicazione, cioè una percentuale di scimmie su quell’isola sanno e comunicano che le patate lavate sono migliori, ebbene su una qualche isola vicina e ugualmente disabitata, ossia non collegata via telefono o computer o tv o radio con la prima isola ma popolata da altre scimmie, in nessun contatto né visivo né altro con le prime scimmie, improvvisamente avvenga lo stesso fenomeno. Scimmie della seconda isola iniziano automaticamente, secondo un esempio che non hanno conosciuto, a lavare patate nel mare. Con gusto, naturalmente. Come mai?

OB

17 Comments:

Anonymous Anonimo said...

perchè come dice il saggio "avanti!mai indrio.." ... e quindi, la morale che appogo è "prima o dopo se sveia fora tutti, anca i simioti".

14:04  
Anonymous Anonimo said...

Taylor sostiene che ci sono affinità fondamentali della mante umana cioè che pur nella loro diversità tutti i popoli presentano un processo di sviluppo culturale uniforme...

15:00  
Anonymous Anonimo said...

ma ciaooo ieiena!!!gheto visto che son riusia anca mi a pubblicare un commento e adesso provo a mettere anche un post e poi via nella comunicazione web:)

15:02  
Anonymous Anonimo said...

che uau! si vede che hai studiato ... soldi spesi bene ...
Ciocco, se posti mi metto a piangere.

15:59  
Anonymous Anonimo said...

cmq volevo far notare che, gira para cinciona, anca se non me ciamo Taylor el concetto era lo stesso ...

16:10  
Anonymous Anonimo said...

eh già... alla fine gira e rigira, usa paroloni o meno, usa concetti super ricercati o meno, scrivi con il dizionario aperto o meno...il concetto è sempre quello e allora evviva la semplicità evviva Taylor che le simmie ga studià:)

08:20  
Anonymous Anonimo said...

che beele discussioni possono nascere a partire sempilcemente dae simmie e dae patate...sì fora donne!!!
Buon weekend!!!

18:43  
Anonymous Anonimo said...

E' una questione di campi morfogenetici. Cioè le genesi di altre forme comportamentali indipendentemente dall'esempio visivo e dall'emulazione. Ruper Sheldrake, biologo, lo spiegherebbe sicuramente meglio...può sembrare una complicata faccenda che tratta di "DNA e mente collettiva", di regno animale e anche vegetale che non funziona esattattamente e soltanto come per lo più sostengono che funzioni la scienza e la tecnologia delle ultime decadi, cioè in buona sostanza come un teatro di macchine. Non sarebbe proprio così... Cambia in questa prosppettiva la cosiddetta "casualità normativa", le regole di spiegazione, origine e modifica dei comportamenti. Ah, Sheldrake documenta tutto ciò:-)

12:57  
Anonymous Anonimo said...

In goni caso, stamattina ho avuto conferma della teoria morfogenetica: ieiena sta leggendo un libro e...ha trovato le scimmie e le patate anche lei!! Ahhhhhhhhhh paura di spavento. Elena dicci dicci! E dacci la tua soluzione.

PS: il post non era un indovinello, state in contatto, la rivelazione sta per arrivare...con nuovi ospiti!

12:59  
Anonymous Anonimo said...

Stavolta incece di scimmie e patate, vorrei fare l'esempio di scimpanzè e banane:) però è una cosa seria...Kohler un ricercatore"comportamentista" (una teoria psicologica che si basa sul paradigma che lo sviluppo avviene tramite stimolo-risposta), ha studiato il comportamento di scimpanzè in gabbia, l'animale poteva raggingere una banana solo se si fosse servito di un bastone o qualche altro ausilio per avvicinare il frutto, questo risultato viene nominato "apprendomento per insight", cioè l'animale modifica il suo comportamento bruscamente e trova la soluzione al problema improvvisamente, ovvero QUANDO RIESCE A STRUTTURARE IN MODO RADICALMENTE DIVERSO GLI ELEMENTI DEL CAMPO FENOMENICO, questo modo di risolvere i problemi venne chiamato da Wertheimer PENSIERO PRODUTTIVO.
Supponendo che questo pensiero è presente come capacità cognitiva innata, qualsiasi scimpanzè in qualsiasi gabbia in qualsiasi angolo del mondo arriverebbe alla stessa soluzione come le patate salate:)

14:13  
Anonymous Anonimo said...

oh no...comincio a sentirmi ignorante... torno a leggere Coelho nelle certezze del mio misero diploma di ragioniere perito commerciale e programmatore ....

17:47  
Anonymous Anonimo said...

...ma dai ieiena scrivici che dice coelho in merito alle scimmie e alle banane!

19:38  
Anonymous Anonimo said...

Cara la mia morosa, sei uscita dall'argomento. Non si tratta di insight e nemmeno di capacità cognitive innate. Infatti il tuo scimpanze e le scimmie del post hanno una groosa differenza: il tuo primate è in una condizione di emergenza e di sopravvivenza, ha un problema (deve mangiare) e deve trovare una soluzione per arrivare alla banana. Le scimmie, invece, non rischiano la fame. Sono in una condizione "normale" ma si rendono conto lavando le patate che era una condizione peggiore della nuova. Cioè non hanno necessità di ricercare una soluzione perchè non hanno un problema. O almeno non sanno di averlo.

19:43  
Anonymous Anonimo said...

Cara la mia morosa, sei uscita dall'argomento. Non si tratta di insight e nemmeno di capacità cognitive innate. Infatti il tuo scimpanze e le scimmie del post hanno una groosa differenza: il tuo primate è in una condizione di emergenza e di sopravvivenza, ha un problema (deve mangiare) e deve trovare una soluzione per arrivare alla banana. Le scimmie, invece, non rischiano la fame. Sono in una condizione "normale" ma si rendono conto lavando le patate che era una condizione peggiore della nuova. Cioè non hanno necessità di ricercare una soluzione perchè non hanno un problema. O almeno non sanno di averlo.

19:43  
Anonymous Anonimo said...

L'insight, o pensiero produttivo è una plausibile spiegazione che ha travalicato la scuola di Watson ed è stata approfondita da psicologi più recenti negli studi sull'intelligenza, laddove si sono analizzate le soluzioni creative. D'altro canto, rientrando in un ambito più pertinente ai paradigmi comunicativi, anche in questa direzione, gli ultimi sviluppi semiotici conducono a considerare la comunicazione un processo semiosico, alla cui base sta il ragionamento inferenziale, e in particolare quello abduttivo. Il primo a postulare una Teoria della Comunicazione nella cornice di una Teoria della Conoscenza è stato Charles Sanders Peirce, che, per intenderci, è il riferimento da cui, da metà degli anni '60 Umberto Eco ha sviluppato i suoi modelli testuali. Per farla breve: in passato la comunicazione era considerata un trasferimento di informazione e il linguaggio un sistema codicebasato (l'emittente traduce i pensieri in segni servendosi di un codice condiviso con il destinatario, che a sua volta decodifica l'informazione per ricostituire i pensieri). Questa concezione rende possibile la comunicazione se a) il codice è condiviso e b) se può esserci un canale che permetta la trasmissione. Con questi termini, però, non si spiegano tutte quelle forme di comunicazione non intenzionali e non standardizzate. Il codice inoltre non è sufficiente alla comprensione. Se io dico "E' arrivato il ragazzo che amava Maria" cosa intendo dire? Che il ragazzo amava Maria o che Maria amava il ragazzo? Se ancora dico "Una vecchia legge la regola" intendo dire che una signora anziana legge un regolamento, o che una legge datata regola quella situazione? A livello di "ciò che è detto" (codice) entrambe le mie interpretazioni sono corrette. La svolta semiotica, pertanto, ha posto maggiore attenzione proprio al fatto che il destinatario nell'interpretazione riempie gli spazi vuoti lasciati dal codice. procedendo di questo passo - la faccio breve - si è oggi inclini a pensare che la comunicazione sia un'attività inferenziale e che questa attività sia appunto l'abduzione. L'abduzione è un ampliamento verticale della conoscenza, non ci dà garanzie di trovare risultati certi, ma cerca di comprendere costruendo ipotesi. In ultima analisi è lo stesso processo che compiamo quando ragioniamo. Di conseguenza, le scimmie, che io sappia, non mangiano patate.

19:50  
Anonymous Anonimo said...

??? Non volevo disquisire di comunicazione! Infatti, il nocciolo del post non è ciò che fanno le scimmie su un'isola, ma che quest'azione accada su altre isole SENZA che sia accaduto nulla di comunicativo (e ciò mi sembra chiarito molto bene nel post).
Appena ho più tempo vi dò una lettura molto reale ed attuale di scimmie e patate. Ricca di speranza anche. Ah, una lettura in cui confido molto.

09:45  
Anonymous Anonimo said...

Pierino a scuola.
Tema: "di mamma ce n'è una sola"
La maestra: "Pierino, guarda che se vai fuori tema ti boccio".
Ma Pierino rassicurò la maestra, scrisse e lesse in classe a voce alta: > Tema: "Di mamma ce n'è una sola" svolgimento: "un giorno ho aiutato la mia mamma ad apparecchiare la tavola, poi mia mamma mi disse: Pierino, guarda che nell'armadio ci sono tre mele, prendile e mettile in tavola. Ma io guardai nell'armadio, ma di mele ce n'era una sola. Allora urlai a mia mamma, che in quel momento era andata in un'altra stanza: "Dì mamma, ce n'è una sola!."<

Sono stato in tema signora maestra?

17:09  

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