...dal CPP parte seconda
LA PARROCCHIA E’ IN GRADO DI PORTARE ALLA CONOSCENZA E ALL’INCONTRO CON CRISTO?
Dovrebbe.
Questa la parola che di riflesso tutti hanno sibilato alla promulgazione del quesito. E’ doveroso rilevare come questa domanda abbia provocato notevole convergenza di opinioni: è presente un’insoddisfazione comune sull’operato della Chiesa (nella domanda, infatti, è risultato subito limitante il termine “parrocchia” scegliendo di rispondere andando oltre la Chiesa locale). Ciò non sempre è compensato dalla forza di agire della componente laica per un miglioramento.
Infatti la Chiesa, in questo momento storico da intendersi soprattutto come Clero, si ritrova con la preoccupazione di inculcare Cristo e, per farlo, agisce molto tecnicamente e molto poco evangelicamente. Se ciò bastasse, la risposta alla domanda sarebbe un “sì” senza esitazioni, soprattutto verso quei giovani a cui riesce ad arrivare.
Invece, dovrebbe riconoscersi la responsabilità di non saper sempre esser testimonianza di Gesù con i fatti, l’esempio, le relazioni, l’accoglienza, il dono di sé, i sentimenti, l’educazione. Pare siano rimaste le regole cattoliche e sia molto offuscato il messaggio di Cristo.
Nel CPP si rileva il desiderio di un Cristo camuffato nella vita, piuttosto che un Cristo imposto a parole, a “questo si può fare” e a “questo non si deve fare”. La Chiesa non è più educatrice, formatrice di spiritualità e valorizzatrice di coscienze.
Queste considerazioni sono pesanti ma espressione del pensiero del CPP.
Che non si esula, però, dalle proprie responsabilità in merito: i laici si sentono, e forse sono, ancora troppo immaturi per sostenere e proclamare la misura evangelica, puntualmente delegata ai preti. Clero, però, che a sua volta tiene ben saldo il potere decisionale della Chiesa intera.
Riducendo geograficamente il discorso alla Parrocchia, è importante far notare come la presa di coscienza di una Chiesa più laicale, abbia ottenuto qualche risultato in ambito Azione Cattolica Giovani.
Infine, il CPP focalizza le basi per l’incontro e la conoscenza con Cristo all’interno della Famiglia: se essa per prima non si rinnova e diventa educatrice del messaggio, è poi la società, in cui anche le parrocchie sono comprese, ad essere eticamente traballante. Ecco perché agire, educare, formare i giovani è la corsia preferenziale per avere famiglie evangelizzatrici: saranno quelle fondate da quegli stessi giovani.
Dovrebbe.
Questa la parola che di riflesso tutti hanno sibilato alla promulgazione del quesito. E’ doveroso rilevare come questa domanda abbia provocato notevole convergenza di opinioni: è presente un’insoddisfazione comune sull’operato della Chiesa (nella domanda, infatti, è risultato subito limitante il termine “parrocchia” scegliendo di rispondere andando oltre la Chiesa locale). Ciò non sempre è compensato dalla forza di agire della componente laica per un miglioramento.
Infatti la Chiesa, in questo momento storico da intendersi soprattutto come Clero, si ritrova con la preoccupazione di inculcare Cristo e, per farlo, agisce molto tecnicamente e molto poco evangelicamente. Se ciò bastasse, la risposta alla domanda sarebbe un “sì” senza esitazioni, soprattutto verso quei giovani a cui riesce ad arrivare.
Invece, dovrebbe riconoscersi la responsabilità di non saper sempre esser testimonianza di Gesù con i fatti, l’esempio, le relazioni, l’accoglienza, il dono di sé, i sentimenti, l’educazione. Pare siano rimaste le regole cattoliche e sia molto offuscato il messaggio di Cristo.
Nel CPP si rileva il desiderio di un Cristo camuffato nella vita, piuttosto che un Cristo imposto a parole, a “questo si può fare” e a “questo non si deve fare”. La Chiesa non è più educatrice, formatrice di spiritualità e valorizzatrice di coscienze.
Queste considerazioni sono pesanti ma espressione del pensiero del CPP.
Che non si esula, però, dalle proprie responsabilità in merito: i laici si sentono, e forse sono, ancora troppo immaturi per sostenere e proclamare la misura evangelica, puntualmente delegata ai preti. Clero, però, che a sua volta tiene ben saldo il potere decisionale della Chiesa intera.
Riducendo geograficamente il discorso alla Parrocchia, è importante far notare come la presa di coscienza di una Chiesa più laicale, abbia ottenuto qualche risultato in ambito Azione Cattolica Giovani.
Infine, il CPP focalizza le basi per l’incontro e la conoscenza con Cristo all’interno della Famiglia: se essa per prima non si rinnova e diventa educatrice del messaggio, è poi la società, in cui anche le parrocchie sono comprese, ad essere eticamente traballante. Ecco perché agire, educare, formare i giovani è la corsia preferenziale per avere famiglie evangelizzatrici: saranno quelle fondate da quegli stessi giovani.
Fabio
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