10 dicembre 2006

A bordo campo

E' morto Alberto D'Aguanno, giornalista sportivo. 42 anni, moglie e due figli. Il piccolo di un mese.

Ora qualcuno mi prenderà per scemo. Probabilmente ha ragione. Però un blog è fatto per scrivere quel che ci va, no? In ogni caso...ieri sera stavo davanti ad uno qualunque dei tg nazionali e mi piomba addosso questa notizia. Ok, una come tante. Per molti. Non per me. E non so perchè. Ci son rimasto di sasso tutta la sera...sono quei legami inspiegabili, l'avevo solo sentito per radio, la radio che mi accompagna in molte giornate, quelle in cui decido di far entrare nelle mie orecchie un passatempo sonoro. Sono molto legato a Radio Deejay e in particolare a Linus. Mi avvicino ai 15 anni di ascolto, tutti di Linus. Poi è arrivato anche Nicola. Quando ascolti due come loro, alla fine sono due vicini di casa che conosci molto bene. Alberto era un amico di Linus e spesso si chiamavano in trasmissione. Ne uscivano siparietti con dettagli sportivi esilaranti, quelli che nessuno racconta. Traspariva il loro rapporto e anch'io mi sono affezionato ad Alberto. Non è che volessi scrivere qualcosa su di lui, però ho trovato questo pezzo sul blog di Linus. Così, ho deciso di condividerlo, in fondo (e neanche tanto...) anche questo è la mia vita. Fabio

Il primo sentimento, dopo l'incredulità, è stato di rabbia. Quando qualcuno muore c'è quel velo di ipocrisia che ti porta a omettere nel ricordo quelle piccole grandi cose che da vivo non avevate mai digerito, tutti ne abbiamo nei confronti di tutti. Per Alberto no. Per Alberto mi sono trovato a chiedermi perchè proprio a lui in mezzo a tanti stronzi. Perchè un giorno ci dobbiamo svegliare e una delle poche persone in grado di regalarti l'illusione che il mondo non sia proprio quella fregatura che sembra di colpo non ci debba più essere. Perchè fino a ieri in qualunque momento sapevo di poter contare su di lui e adesso di colpo basta, finito tutto, cancellato.
Perchè non potrò più dire "chiamiamo D'Aguanno", così, solo col cognome.
Era una garanzia, ci divertivamo tutti e tre, e infatti era un rapporto professionale che si fondava solo sull'affetto reciproco.
Insieme abbiamo vinto un Campionato del Mondo, siamo retrocessi in serie B, quando era in giro mi mandava le sue foto col telefonino, a Parigi con la maglia di Materazzi o pochi giorni fa col Pallone d'Oro di Cannavaro, sempre "da bordo campo".
Un giorno, con un po' di imbarazzo, nonostante la sua passione per i Radiohead e la nostra propensione alle canzonette, mi confessò di avere in comune con me la stessa canzone da ricordi adolescenziali, "Pezzi di vetro" di De Gregori.
Sono contento in questo momento terribile di aver avuto l'occasione di far conoscere agli ascoltatori di Radio Deejay una versione di Alberto molto più completa di quella televisiva, o almeno molto più vicina alla persona che ricorderò per sempre.
Era il più bravo a fare il suo lavoro, semplicemente, ma era soprattutto un mio amico.

Linus, RadioDeejay

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ti capisco Fabio..ank'io lo seguivo con simpatia quando lo vedevo in TV..e mi rendo conto ke la vita propone a volte di questi scenari!!
noi ke siamo appena tornati da Rimini ne abbiamo avuto un altro esempio scoprendo come sia morto il Beato Marvelli, così giovane, attivo e positivo..
sorge spontanea la domanda: perchè?
ke forse è scontata..
cmq un significato dovrebbe esserci..
ciao e buona settimana!!

22:03  
Anonymous Anonimo said...

...e c'è, il significato intendo.
C'è. Grazie e buon lavoro!

09:11  

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