arrivederci, Gino, ciao!
Scrivere e proclamare un discorso di commiato non è cosa semplice.
Soprattutto, se l’uomo a cui lo devi dedicare, rappresenta le anime di un paio di migliaia di persone. E inoltre, se di quel paio di migliaia di persone, il discorso dovrebbe essere la sintesi del pensiero.
Quando si è in difficoltà, però, Gesù ci insegna a mettere al centro la Parola.
Questo, è in particolar modo un discorso di ringraziamento ed è proprio oggi che san Giacomo ci dice: “…ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce…”.
Ecco quindi il primo, grande, fondamentale grazie: Grazie Dio per il regalo che ci hai mandato oltre due lustri fa, grazie per don Gino!
Salutando il nostro parroco, non possiamo non rivolgerci a lui con tutti quei grazie che via via fioriscono spontaneamente. Come i fiori, si lasciano accompagnare da un sorriso sul volto, da un’emozione addosso, da un ricordo vivido.
Grazie don Gino per esser stato uomo.
Abbiamo conosciuto e continuiamo ad amare una bella persona, come se ne trovano poche ormai… Sei timido, riguardoso ma ti sei lasciato scoprire, ci hai svelato la tua cultura, la tua fame di formazione. Dico ciò perché hai un’età che molti considerano saggia ma…gli anni ti hanno fatto acquisire una dote che va ben oltre la saggezza! Dietro i plichi di fogli, nella scrivania affollata di riviste, sotto a scansie di libri dall’incombente peso tu hai per tutta la vita ingoiato sapere, prodotto idee, elaborato pensieri. Questo non ti ha fatto issare muri ma bensì hai dato ancor più respiro alla tua mente.
Grazie don Gino per la tua apertura mentale! Essa ha creato dialogo e confronto sui temi più svariati. Quanta esperienza nella tue considerazioni! Quanto si è discusso in questi anni! Ma tu avevi sempre una marcia avanti, quel “lascia fare” posseduto solo da chi tante ne ha viste.
Grazie don Gino per esser stato entusiasta!
E’ evidente come un prete della tua caratura abbia la passione per le persone, per la fede, per Dio. Ma la gratitudine che ci sorge è un po' più umana, materiale ma sorprendente e non scontata. Portiamo nel cuore anche la tua musica, la tecnologia, l’arte del buon vino.
Quando raccontavi del tuo ultimo acquisto hi-tech, di cui nemmeno riuscivi a pronunciare il nome, gli occhi ti si accendevano improvvisamente, le mani iniziavano ad agitarsi e a fendere l’aria, il viso ti si alzava in un fremito di impalpabilità perché tutto il tuo uomo, parole e corpo, dovevano trasmettere il tuo sano entusiasmo!
E se si suonava con te…la fisarmonica diveniva un piffero magico e noi, tutti tuoi topini a venirti appresso verso la festa e lo stupore, carichi di voci più o meno stonate, ricchi di interrogativi sulla tipologia di canzone, con strumenti con o senza senso…
E ancora, alzi la mano colui al quale non ha mai offerto il tuo leggendario moscato! Per quelli con la mano alzata, sicuramente hai una bottiglia anche per loro!
Grazie don Gino per esser stato nonno!
Nonno…strano? Non se l’avete notato in mezzo ai bimbi. Chierichetti, al catechismo, acierrini…sai star con loro trasformandoti in uno di loro. Grazie per averci ammaliato i figlioletti, per averli trasportati nell’incredibile mondo di Gesù, grazie per averne affascinato la gioia.
Grazie perché da buon nonno non ci hai fatto mancare i racconti in stile “C’era una volta…”. Però tutti veri! Si poteva andar tra le parrocchie, in due su una moto del dopoguerra, con gli occhialetti ed il copricapo di cuoio che aveva l’allacciatura al vento! Oppure si poteva acquistare una delle prime auto, in società che non c’erano soldi, per poi raggiungere da soli all’agognata seicento…anche se qualche volta era l’agognata cinquecento! E per raggranellare quei soldi, ci hai fatto fare la spola da un funerale all’altro, perché essendo musicisti, la mancia era generosa. Ci siam lavati la faccia con il ghiaccio in seminario, abbiam sentito Pippo minaccioso rombare sopra i tetti, abbiam viaggiato per il mondo, abbiamo dito-su al vescovo…
Ce le racconti ancora?
Grazie don Gino per esser stato scrupoloso!
Hai corso, hai brigato ma sempre puntale e preciso. Quante volte ci hai scaraventato addosso che ti alzavi alle sinquetraquarti? Grazie per aver voluto che capissimo che una giornata lunga è un contenitore grande da riempire di Cristo. Non hai lasciato cose al caso per ciò che potevi, sereno e pacifico che tanto al resto ci pensa la provvidenza! Lo hai fatto mettendoci la pazienza del contadino che ci hai insegnato, cioè il senso della buona attesa, del seminare per poi aspettare in silenzio che i frutti comparissero e poi maturassero. Grazie per averci fatto notare i frutti maturi.
Grazie per le notevoli doti gestionali ed organizzative messeci a disposizione. Con te si è potuto preparare molto, celebrare tanto, pregare di più. Questo ha generato un Centro parrocchiale, ha rinnovato un asilo, ha arricchito una chiesa, ha unito le persone in questi luoghi, ha dato un’identità agli stare insieme.
Grazie don Gino per esser stato testimone di relazioni.
Molte porte con te si sono aperte. Hai iniziato con la chiesa parrocchiale in cui purtroppo non entravano solo cristiani in preghiera…ma tu testardo, ne hai tenute aperte le soglie. Hai aperto quelle della canonica a chiunque, sempre disponibile ed accogliente anche se il fare voleva esser predominante; ripensando alle mille conversazioni abbiam sognato le stelle, avvicinando le fotocopie prodotte arriveremmo alle stelle, sommando il cibo e il vino condiviso vedremmo le stelle!
Grazie per esser entrato nelle nostre case e nei nostri luoghi di lavoro, grazie per aver fatto aprire a te le nostre porte…così ne potevi approfittare per far entrare anche il messaggio d’Amore.
Grazie perché di tante relazioni, non lasci ricordo di scherno verso nessuno, sei stato sempre rispettoso di quel prossimo che è la tua missione.
Infine, grazie per esser stato concreto!
Hai pregato ma anche agito, hai coniugato la fede e le opere. C’hai fatto vedere che Dio non è un Dio-su-par-e-là ma è un Dio-xo-par-e-qua! Hai testimoniato con la tua stessa vita ciò che è Vocazione e Fede e Relazione e Amore e Gioia e chissà quanto altro che ormai siete stanchi… Grazie per continuare a ripetere “coi-pie-par-tera”. Coi-pie-par-tera. Coi-pie-par-tera. Coi-pie-par-tera.
Arrivederci, Gino, ciao!
Soprattutto, se l’uomo a cui lo devi dedicare, rappresenta le anime di un paio di migliaia di persone. E inoltre, se di quel paio di migliaia di persone, il discorso dovrebbe essere la sintesi del pensiero.
Quando si è in difficoltà, però, Gesù ci insegna a mettere al centro la Parola.
Questo, è in particolar modo un discorso di ringraziamento ed è proprio oggi che san Giacomo ci dice: “…ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce…”.
Ecco quindi il primo, grande, fondamentale grazie: Grazie Dio per il regalo che ci hai mandato oltre due lustri fa, grazie per don Gino!
Salutando il nostro parroco, non possiamo non rivolgerci a lui con tutti quei grazie che via via fioriscono spontaneamente. Come i fiori, si lasciano accompagnare da un sorriso sul volto, da un’emozione addosso, da un ricordo vivido.
Grazie don Gino per esser stato uomo.
Abbiamo conosciuto e continuiamo ad amare una bella persona, come se ne trovano poche ormai… Sei timido, riguardoso ma ti sei lasciato scoprire, ci hai svelato la tua cultura, la tua fame di formazione. Dico ciò perché hai un’età che molti considerano saggia ma…gli anni ti hanno fatto acquisire una dote che va ben oltre la saggezza! Dietro i plichi di fogli, nella scrivania affollata di riviste, sotto a scansie di libri dall’incombente peso tu hai per tutta la vita ingoiato sapere, prodotto idee, elaborato pensieri. Questo non ti ha fatto issare muri ma bensì hai dato ancor più respiro alla tua mente.
Grazie don Gino per la tua apertura mentale! Essa ha creato dialogo e confronto sui temi più svariati. Quanta esperienza nella tue considerazioni! Quanto si è discusso in questi anni! Ma tu avevi sempre una marcia avanti, quel “lascia fare” posseduto solo da chi tante ne ha viste.
Grazie don Gino per esser stato entusiasta!
E’ evidente come un prete della tua caratura abbia la passione per le persone, per la fede, per Dio. Ma la gratitudine che ci sorge è un po' più umana, materiale ma sorprendente e non scontata. Portiamo nel cuore anche la tua musica, la tecnologia, l’arte del buon vino.
Quando raccontavi del tuo ultimo acquisto hi-tech, di cui nemmeno riuscivi a pronunciare il nome, gli occhi ti si accendevano improvvisamente, le mani iniziavano ad agitarsi e a fendere l’aria, il viso ti si alzava in un fremito di impalpabilità perché tutto il tuo uomo, parole e corpo, dovevano trasmettere il tuo sano entusiasmo!
E se si suonava con te…la fisarmonica diveniva un piffero magico e noi, tutti tuoi topini a venirti appresso verso la festa e lo stupore, carichi di voci più o meno stonate, ricchi di interrogativi sulla tipologia di canzone, con strumenti con o senza senso…
E ancora, alzi la mano colui al quale non ha mai offerto il tuo leggendario moscato! Per quelli con la mano alzata, sicuramente hai una bottiglia anche per loro!
Grazie don Gino per esser stato nonno!
Nonno…strano? Non se l’avete notato in mezzo ai bimbi. Chierichetti, al catechismo, acierrini…sai star con loro trasformandoti in uno di loro. Grazie per averci ammaliato i figlioletti, per averli trasportati nell’incredibile mondo di Gesù, grazie per averne affascinato la gioia.
Grazie perché da buon nonno non ci hai fatto mancare i racconti in stile “C’era una volta…”. Però tutti veri! Si poteva andar tra le parrocchie, in due su una moto del dopoguerra, con gli occhialetti ed il copricapo di cuoio che aveva l’allacciatura al vento! Oppure si poteva acquistare una delle prime auto, in società che non c’erano soldi, per poi raggiungere da soli all’agognata seicento…anche se qualche volta era l’agognata cinquecento! E per raggranellare quei soldi, ci hai fatto fare la spola da un funerale all’altro, perché essendo musicisti, la mancia era generosa. Ci siam lavati la faccia con il ghiaccio in seminario, abbiam sentito Pippo minaccioso rombare sopra i tetti, abbiam viaggiato per il mondo, abbiamo dito-su al vescovo…
Ce le racconti ancora?
Grazie don Gino per esser stato scrupoloso!
Hai corso, hai brigato ma sempre puntale e preciso. Quante volte ci hai scaraventato addosso che ti alzavi alle sinquetraquarti? Grazie per aver voluto che capissimo che una giornata lunga è un contenitore grande da riempire di Cristo. Non hai lasciato cose al caso per ciò che potevi, sereno e pacifico che tanto al resto ci pensa la provvidenza! Lo hai fatto mettendoci la pazienza del contadino che ci hai insegnato, cioè il senso della buona attesa, del seminare per poi aspettare in silenzio che i frutti comparissero e poi maturassero. Grazie per averci fatto notare i frutti maturi.
Grazie per le notevoli doti gestionali ed organizzative messeci a disposizione. Con te si è potuto preparare molto, celebrare tanto, pregare di più. Questo ha generato un Centro parrocchiale, ha rinnovato un asilo, ha arricchito una chiesa, ha unito le persone in questi luoghi, ha dato un’identità agli stare insieme.
Grazie don Gino per esser stato testimone di relazioni.
Molte porte con te si sono aperte. Hai iniziato con la chiesa parrocchiale in cui purtroppo non entravano solo cristiani in preghiera…ma tu testardo, ne hai tenute aperte le soglie. Hai aperto quelle della canonica a chiunque, sempre disponibile ed accogliente anche se il fare voleva esser predominante; ripensando alle mille conversazioni abbiam sognato le stelle, avvicinando le fotocopie prodotte arriveremmo alle stelle, sommando il cibo e il vino condiviso vedremmo le stelle!
Grazie per esser entrato nelle nostre case e nei nostri luoghi di lavoro, grazie per aver fatto aprire a te le nostre porte…così ne potevi approfittare per far entrare anche il messaggio d’Amore.
Grazie perché di tante relazioni, non lasci ricordo di scherno verso nessuno, sei stato sempre rispettoso di quel prossimo che è la tua missione.
Infine, grazie per esser stato concreto!
Hai pregato ma anche agito, hai coniugato la fede e le opere. C’hai fatto vedere che Dio non è un Dio-su-par-e-là ma è un Dio-xo-par-e-qua! Hai testimoniato con la tua stessa vita ciò che è Vocazione e Fede e Relazione e Amore e Gioia e chissà quanto altro che ormai siete stanchi… Grazie per continuare a ripetere “coi-pie-par-tera”. Coi-pie-par-tera. Coi-pie-par-tera. Coi-pie-par-tera.
Arrivederci, Gino, ciao!
7 Comments:
giàgià!
caspita...sono senza parole. Dico solo che ora la nostra canonica di Malo custodirà un piccolo grande capolavoro di Dio.E mi auguro lo faccia con la delicatezza che gli spetta...
Viao
Valentina
ops. Volevo scrivere ciao, ma le lettere si trovano troppo vicine ;)
giàgià...tratteneo ben!!!!!
...scarsini a entusiasmo no? Dove siete gino's angels?
beh ciò vero ecco...te me ghe commosso domenega.
mi s'ero pronta par cantare ma le altre?...mancavino in do ma na chitarra la ghe iera e con la memoria che me ritrovo la strofa la gavevo praticamente in tasca.
e po scusa...i gospel in tel pet?
anca quei non i se ga fati vedare...e dopo disemo tanto de noialtre done...ah sti omani!
i gospelsulpet...qualcuno li aveva proposti. Non io.
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