Sono tornato!
Dopo il dono di 10 giorni di turismo e riposo con mamma e papà a guardare tramonti sul mare dalle incantevoli scogliere delle cinque terre, dopo una breve sosta di quattro giorni per lavare i vestiti, dopo 7 arricchenti giorni nel silenzioso lavoro a Spello…SONO TORNATO!
Oggi il primo intenso, ma bel giorno di lavoro in cooperativa…ma…
…vorrei lasciarvi un po’ di questa mia preziosa estate…
… la primavera lasciava spazio al caldo dell’estate, poi la pasta e le fritole in pro-loco, poi l’esperienza tutta da vivere del campo con i magnifici cinque che hanno accolto la sfida del diocesano giovanissimi…
L’estate è corsa via, giorno per giorno, a pensarla e progettarla, a donarsi il tempo per lasciar fruttificare l’intenso cammino di una anno…
…e un desiderio che cresce…ripartire da casa, ripartire da chi mi ha donato una vita…
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”…diceva la volpe al Piccolo Principe. Ho desiderato perdere del tempo per poter dire a mamma e papà quanto sono importanti. Un tempo di affetto silenzioso, di condivisione di gioie semplici e dei limiti di ciascuno, di ascolto delle storie che avevano da raccontare, e delle parole che occhi brillanti avevano da dire. Sono stati dieci giorni importanti, dieci giorni desiderati e che porteranno frutto, dieci giorni di ritorno all’essenziale, dieci giorni per amare profondamente la mia storia.
Grazie mamma, grazie papà!
…e poi a Spello per cercare semplificazione, silenzio, fraternità in Gesù.
Un’esperienza da scegliere, un tempo in cui mettere in campo la propria fede, il proprio cammino, tutta la propria vita.
Una settimana di convivenza con un Capofamiglia speciale, Gesù nell’Eucarestia che ci abbracciava tutti dal tabernacolo, in ogni istante, ma soprattutto in quel tempo privilegiato in cui trovare “il coraggio di morire alla mia preghiera, al mio saper pregare, al mio sentire che prego, per diventare preghiera nella sua preghiera. Una preghiera gratuita non più fatta per te stesso, ma per Lui, in pura perdita.” Atto di fede lo chiamano, un atto di volontà che si fonda sulla fede nel tentativo di scoprire ciò che diceva Charles de Foucauld “Amare (o pregare) non consiste nel sentire che si ama, ma nel voler amare”. E quanto beneficio dona questo tempo perso, questo essenziale visibile solo con gli occhi del cuore…
Poi la compagnia luminosa dei piccoli fratelli a testimoniare una fraternità possibile nella vita e nella fatica di ogni giorno, cercando di imitare, pensare e amare i trent’anni in cui Gesù a saputo tacere.
…e speciali anche gli altri nove membri della famiglia con cui ho condiviso l’eremo “Getsemani”, immerso tra gli ulivi di Spello. Napoli la città di sette di loro, l’isola di Procida, lì accanto per un altro e salernitana l’origine del nono componente. La loro presenza è stata preziosa. Gente diversa, chi diciottenne con i suoi passi, chi trent’enne e sempre in cerca di un rientro in se stessi quanto mai necessario in un mondo che ci lancia fuori alla ricerca di una pienezza che è già dono di Dio dentro di noi…basta crederci, avere il coraggio di soffrire e scavare fino in fondo, per essere ognuno se stesso nella verità. Ho potuto conoscere una parte dell’Italia di cui si parla molto, sentire i racconti dei giovani che vivono tra le contraddizioni del sud che la camorra tiene in ostaggio. Ognuno di noi era lì a cercare la forza per essere luce e lievito della propria terra.
E stato importante l’incontro con le tante storie dei fratelli di Spello, è stato importante per relativizzare la mia storia, la mia realtà, la mia vita…relativizzarla per poter entrare con nuovo vigore dentro di essa a scoprire ciò che davvero conta. L’incontro con la diversità ha lasciato davvero molto nel mio cuore.
Il Signore era presente in ogni istante nei volti delle persone e nel cosmo. I paesaggi, l’emozione delle stelle, il cammino nella notte per gustare il sole sorgere dalle nuvole rade sopra le colline. L’Eucarestia all’alba cantando la Gloria del Signore e ringraziando per tutti gli amici a casa. Il silenzio nel giorno del deserto, l’affidamento delle proprie difficoltà, l’incontro con S. Francesco e altri testimoni preziosi.
I giorni di Spello riaffiorano un po’ alla volta. Grazie Signore del tuo amore!
Con queste parole di Don Tonino Bello e col sole nascente sul Subasio negli occhi vi lascio un augurio sincero…
“Il sole entri a brillare prepotentemente nella vostra casa a portare tanta luce, tanta speranza e tanto calore...”
Buoni giorni a tutti voi!
luigi!
Oggi il primo intenso, ma bel giorno di lavoro in cooperativa…ma…
…vorrei lasciarvi un po’ di questa mia preziosa estate…
… la primavera lasciava spazio al caldo dell’estate, poi la pasta e le fritole in pro-loco, poi l’esperienza tutta da vivere del campo con i magnifici cinque che hanno accolto la sfida del diocesano giovanissimi…
L’estate è corsa via, giorno per giorno, a pensarla e progettarla, a donarsi il tempo per lasciar fruttificare l’intenso cammino di una anno…
…e un desiderio che cresce…ripartire da casa, ripartire da chi mi ha donato una vita…
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”…diceva la volpe al Piccolo Principe. Ho desiderato perdere del tempo per poter dire a mamma e papà quanto sono importanti. Un tempo di affetto silenzioso, di condivisione di gioie semplici e dei limiti di ciascuno, di ascolto delle storie che avevano da raccontare, e delle parole che occhi brillanti avevano da dire. Sono stati dieci giorni importanti, dieci giorni desiderati e che porteranno frutto, dieci giorni di ritorno all’essenziale, dieci giorni per amare profondamente la mia storia.
Grazie mamma, grazie papà!
…e poi a Spello per cercare semplificazione, silenzio, fraternità in Gesù.
Un’esperienza da scegliere, un tempo in cui mettere in campo la propria fede, il proprio cammino, tutta la propria vita.
Una settimana di convivenza con un Capofamiglia speciale, Gesù nell’Eucarestia che ci abbracciava tutti dal tabernacolo, in ogni istante, ma soprattutto in quel tempo privilegiato in cui trovare “il coraggio di morire alla mia preghiera, al mio saper pregare, al mio sentire che prego, per diventare preghiera nella sua preghiera. Una preghiera gratuita non più fatta per te stesso, ma per Lui, in pura perdita.” Atto di fede lo chiamano, un atto di volontà che si fonda sulla fede nel tentativo di scoprire ciò che diceva Charles de Foucauld “Amare (o pregare) non consiste nel sentire che si ama, ma nel voler amare”. E quanto beneficio dona questo tempo perso, questo essenziale visibile solo con gli occhi del cuore…
Poi la compagnia luminosa dei piccoli fratelli a testimoniare una fraternità possibile nella vita e nella fatica di ogni giorno, cercando di imitare, pensare e amare i trent’anni in cui Gesù a saputo tacere.
…e speciali anche gli altri nove membri della famiglia con cui ho condiviso l’eremo “Getsemani”, immerso tra gli ulivi di Spello. Napoli la città di sette di loro, l’isola di Procida, lì accanto per un altro e salernitana l’origine del nono componente. La loro presenza è stata preziosa. Gente diversa, chi diciottenne con i suoi passi, chi trent’enne e sempre in cerca di un rientro in se stessi quanto mai necessario in un mondo che ci lancia fuori alla ricerca di una pienezza che è già dono di Dio dentro di noi…basta crederci, avere il coraggio di soffrire e scavare fino in fondo, per essere ognuno se stesso nella verità. Ho potuto conoscere una parte dell’Italia di cui si parla molto, sentire i racconti dei giovani che vivono tra le contraddizioni del sud che la camorra tiene in ostaggio. Ognuno di noi era lì a cercare la forza per essere luce e lievito della propria terra.
E stato importante l’incontro con le tante storie dei fratelli di Spello, è stato importante per relativizzare la mia storia, la mia realtà, la mia vita…relativizzarla per poter entrare con nuovo vigore dentro di essa a scoprire ciò che davvero conta. L’incontro con la diversità ha lasciato davvero molto nel mio cuore.
Il Signore era presente in ogni istante nei volti delle persone e nel cosmo. I paesaggi, l’emozione delle stelle, il cammino nella notte per gustare il sole sorgere dalle nuvole rade sopra le colline. L’Eucarestia all’alba cantando la Gloria del Signore e ringraziando per tutti gli amici a casa. Il silenzio nel giorno del deserto, l’affidamento delle proprie difficoltà, l’incontro con S. Francesco e altri testimoni preziosi.
I giorni di Spello riaffiorano un po’ alla volta. Grazie Signore del tuo amore!
Con queste parole di Don Tonino Bello e col sole nascente sul Subasio negli occhi vi lascio un augurio sincero…
“Il sole entri a brillare prepotentemente nella vostra casa a portare tanta luce, tanta speranza e tanto calore...”
Buoni giorni a tutti voi!
luigi!
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