Lettera dal Perù
Tinti, 16/04/2008
Carissimi giovanissimi e animatori AC della mitica S.Tomio, come state? Come va con i gruppi?
Questo è il tempo di Pasqua e sicuramente con i vostri ragazzi starete tirando le fila, raccogliendo i frutti, gustando la gioia accumulata in un anno …
Vi scrivo dall’altra parte del mondo, dove tutto è rovescio, anche il corso del tempo.
Qui in Perù è iniziato l’anno da poco: la scuola, la vita delle parrocchie, l’oratorio. E proprio programmando la riunione con i genitori dei ragazzi e la partenza del nuovo anno, vi sto pensando immersi nel vostro servizio di animazione. Vi immagino presi dietro le cose, magari un po’ stanchi ma appassionati ai vostri “tosi”, a loro sempre più legati.
Ora che son trascorsi più di 8 mesi, anch’io posso dire di conoscere un po’ la gente di qui, la realtà povera di questi posti e di essermi legato a loro. Dopo essere stato così ben accolto, dopo avermi “acostumbrato” alla lingua e alle tradizioni, dopo aver compreso nomi, storie e volti di tanti, mi sento parte della gente di qui. In particolare parte del gruppo catechisti di ACZO (non è una parolaccia, solo una parte della vasta parrocchia di Llamellin). Quella in cui vivo da agosto a sta parte è una delle parrocchie dell’OMG in Perù, una delle prime che son partite. Il P.Ugo (fondatore dell’OMG) è un salesiano e ha dato l’impronta di Don Bosco ad ogni iniziativa ed attività. Così centro della vita delle parrocchie è l’Oratorio e primi collaboratori del parroco i catechisti. Molto giovani ed in gamba sono l’equivalente del gruppo GEA di S.Tomio. Ognuno ha il suo gruppo di ragazzi che si porta su da dopo la prima comunione ai 18 anni o giù di lì. Alla domenica guidano la “Celebrazione” (una liturgia della Parola) nella chiesetta del loro piccolo paesino; al sabato vanno a lavorare con i ragazzi per costruire una casa alla famiglia più povera del posto.
Dovete pensare a case fatte di fango e paglia come sono quelle della sierra peruana, e così il lavoro consiste nel pestare la terra bagnata, trasportare questi grossi mattoni una volta seccati, caricare le tegole sul tetto …
Ho partecipato anch’io a questa indaffarata e operosa attività dell’Oratorio, sudando al fianco di questi ragazzi che sopportano bene il lavoro duro, e devo dire che è sorprendente quanto faccia bene far fatica insieme, regalando il tempo e le energie con generosità. A volte certe cose si capiscono prima con le mani ed i piedi che con la testa. Ma tutto questo darsi da fare non avrebbe senso se sotto non ci fosse la preoccupazione per questi ragazzi, perché crescano bene, abbiamo dei buoni esempi davanti, intendano che avere Dio nella propria vita fa la differenza.
Così sono molte le esperienze formative per loro: a parte l’incontro settimanale fatto di preghiera, canti, catechismo, giochi e pranzo insieme, nel corso dell’anno ci sono feste (di Don Bosco, “Luz y Alegria” per chi si prepara alla Cresima, di inizio anno …)., lavori, forestazioni … Queste, per capirci, sono 2 o 3 settimane nelle loro vacanze in cui gli oratoriali si riuniscono per lavorare insieme in una “chacra” (campo) piantando alberi e guadagnando così qualcosina per loro, per pagarsi i libri di scuola. Una specie di camposcuola o campo di lavoro – meglio – condito di preghiere, serate, etc …
Lo stare insieme è semplice, fatto di poche cose ma è nutrimento forte ed essenziale per crescere cristiani. E’ la vita dell’Oratorio attorno a cui gira tutto il lavoro e il dedicarsi dell’OMG ai poveri.
Credo che l’educazione e la cura dei più piccoli sia la carità più vera e questa però è resa possibile solo da ciò che viene donato dai gruppi in Italia. Senza soldi e senza viveri non è più possibile costruire le case, dar loro da mangiare, sostenere l’Oratorio. Tutto qui si regge provvidenzialmente in piedi sulla sottile fune della gratuità che unisce l’Italia e il Perù, 2 paesi, 2 mondi.
Se volete dare una mano raccogliendo viveri per le strade di Santomio sappiate che qui c’è bisogno: a Llamellin ora è finita la farina e pure l’olio.
Perciò, se riuscite ad organizzar qualcosa, vi ringrazio già anche da parte dei ragazzi che riceveranno questo regalo. Quando tornerò vi mostrerò i volti, vi racconterò le loro storie.
Carissimi giovanissimi e animatori AC della mitica S.Tomio, come state? Come va con i gruppi?
Questo è il tempo di Pasqua e sicuramente con i vostri ragazzi starete tirando le fila, raccogliendo i frutti, gustando la gioia accumulata in un anno …
Vi scrivo dall’altra parte del mondo, dove tutto è rovescio, anche il corso del tempo.
Qui in Perù è iniziato l’anno da poco: la scuola, la vita delle parrocchie, l’oratorio. E proprio programmando la riunione con i genitori dei ragazzi e la partenza del nuovo anno, vi sto pensando immersi nel vostro servizio di animazione. Vi immagino presi dietro le cose, magari un po’ stanchi ma appassionati ai vostri “tosi”, a loro sempre più legati.
Ora che son trascorsi più di 8 mesi, anch’io posso dire di conoscere un po’ la gente di qui, la realtà povera di questi posti e di essermi legato a loro. Dopo essere stato così ben accolto, dopo avermi “acostumbrato” alla lingua e alle tradizioni, dopo aver compreso nomi, storie e volti di tanti, mi sento parte della gente di qui. In particolare parte del gruppo catechisti di ACZO (non è una parolaccia, solo una parte della vasta parrocchia di Llamellin). Quella in cui vivo da agosto a sta parte è una delle parrocchie dell’OMG in Perù, una delle prime che son partite. Il P.Ugo (fondatore dell’OMG) è un salesiano e ha dato l’impronta di Don Bosco ad ogni iniziativa ed attività. Così centro della vita delle parrocchie è l’Oratorio e primi collaboratori del parroco i catechisti. Molto giovani ed in gamba sono l’equivalente del gruppo GEA di S.Tomio. Ognuno ha il suo gruppo di ragazzi che si porta su da dopo la prima comunione ai 18 anni o giù di lì. Alla domenica guidano la “Celebrazione” (una liturgia della Parola) nella chiesetta del loro piccolo paesino; al sabato vanno a lavorare con i ragazzi per costruire una casa alla famiglia più povera del posto.
Dovete pensare a case fatte di fango e paglia come sono quelle della sierra peruana, e così il lavoro consiste nel pestare la terra bagnata, trasportare questi grossi mattoni una volta seccati, caricare le tegole sul tetto …
Ho partecipato anch’io a questa indaffarata e operosa attività dell’Oratorio, sudando al fianco di questi ragazzi che sopportano bene il lavoro duro, e devo dire che è sorprendente quanto faccia bene far fatica insieme, regalando il tempo e le energie con generosità. A volte certe cose si capiscono prima con le mani ed i piedi che con la testa. Ma tutto questo darsi da fare non avrebbe senso se sotto non ci fosse la preoccupazione per questi ragazzi, perché crescano bene, abbiamo dei buoni esempi davanti, intendano che avere Dio nella propria vita fa la differenza.
Così sono molte le esperienze formative per loro: a parte l’incontro settimanale fatto di preghiera, canti, catechismo, giochi e pranzo insieme, nel corso dell’anno ci sono feste (di Don Bosco, “Luz y Alegria” per chi si prepara alla Cresima, di inizio anno …)., lavori, forestazioni … Queste, per capirci, sono 2 o 3 settimane nelle loro vacanze in cui gli oratoriali si riuniscono per lavorare insieme in una “chacra” (campo) piantando alberi e guadagnando così qualcosina per loro, per pagarsi i libri di scuola. Una specie di camposcuola o campo di lavoro – meglio – condito di preghiere, serate, etc …
Lo stare insieme è semplice, fatto di poche cose ma è nutrimento forte ed essenziale per crescere cristiani. E’ la vita dell’Oratorio attorno a cui gira tutto il lavoro e il dedicarsi dell’OMG ai poveri.
Credo che l’educazione e la cura dei più piccoli sia la carità più vera e questa però è resa possibile solo da ciò che viene donato dai gruppi in Italia. Senza soldi e senza viveri non è più possibile costruire le case, dar loro da mangiare, sostenere l’Oratorio. Tutto qui si regge provvidenzialmente in piedi sulla sottile fune della gratuità che unisce l’Italia e il Perù, 2 paesi, 2 mondi.
Se volete dare una mano raccogliendo viveri per le strade di Santomio sappiate che qui c’è bisogno: a Llamellin ora è finita la farina e pure l’olio.
Perciò, se riuscite ad organizzar qualcosa, vi ringrazio già anche da parte dei ragazzi che riceveranno questo regalo. Quando tornerò vi mostrerò i volti, vi racconterò le loro storie.
Per ora teniamoci vicini nella preghiera, buon servizio AC, con stima e simpatia,
Lorenzo.